LOTTA LIBERA E GRECO ROMANA

CENNI STORICI

Una delle discipline da combattimento più antiche, o forse, la più antica al mondo.

Fin nell’era paleolitica si praticava la lotta, differenti graffiti risalenti al periodo paleolitico, raffigurano tecniche ed azioni, con protagonisti i primi lottatori. Reperti archeologici giunti fino a noi, che mettono in risalto questa disciplina, ci accompagnano in un viaggio, che tocca tutte le principali civiltà antiche. Sumeri, egizi, greci, romani, celti ed arabi, tutti praticavano l’arte di “fare le braccia”.

Le Prime testimonianze arrivano dalla Mesopotamia, dall’Egitto e abbiamo tracce di questa forma di combattimento risalenti a più di 5000 anni fà nella civiltà sumerica.

Diversi motivi hanno portato allo sviluppo di questa disciplina, da quello educativo-formativo a quello militare, di difesa e sportivo. Le prime tracce di “lotta codificata, le troviamo sulla tomba egizia di Beni Hassan, risalente al 3000 a.C. In cui vengono rappresentati ben 400 differenti posizioni di lotta con scopo ginnico- militare, che ricordano la “libera moderna nelle fasi in piedi e il “grapling no-gi” nelle fasi di lotta a terra.

Successivamente, la civiltà ellenica ha riportato ampie documentazioni in cui la lotta era un esercizio fondamentale per il rafforzamento del fisico e del carattere dei giovani.

Nell’antica Grecia, invece, si praticavano principalmente quattro stili di lotta, più simili all’attuale lotta libera piuttosto che alla moderna greco-romana. La lotta in piedi era denominata con l’appellativo Katazletiké, dal termine greco Katazalein “l’arte di gettare a terra. Le fasi a terra, comprendevano ribaltamenti,torsioni, leve articolari e strangolamenti, che la rendevano simile al moderno grappling no-gi. L‘Orthopali, invece, era una lotta affine al moderno stile libero, dove venivano permessi sgambetti e l’uso delle gambe, lo scopo era quello di gettare a terra il proprio avversario per tre volte. Poi troviamo l‘alindissis, detta anche kylissis, veniva generalmente usata in allenamento per la lunga durata dell’incontro e si combatteva in un fossato riempito di sabbia. Il quarto stile, quello che venne ereditato su larga scala dai romani, era il Pankatrion, un tipo di lotta particolarmente violento, tanto da essere al limite tra sport ed esercizio bellico. La lotta olimpica nacque nel 708 a.C. In occasione della XVIII edizione delle Olimpiadi, dove il primo vincitore fu lo spartano Euribato. Fra i più grandi campioni della lotta olimpica antica ricordiamo Milone di Crotone, che vinse per ben sei volte, dal 540 a.C. Al 516 a.C.

Il carattere sportivo tipico della lotta ateniese, scomparve nella lotta romana che si ispirava più fedelmente alla lotta spartana, più incline ad un applicazione bellica che sportiva.

Nel periodo romano la lotta era diventata a tutti gli effetti un’attività per professionisti (o soldati), che si sfidavano nelle arene contro altri lottatori provenienti dalle diverse province dell’impero.

Nel 394 l’imperatore Teodosio I, diede fine ai Giochi Olimpici, facendo scemare l’interesse per la lotta sportiva, ma nonostante questo, la disciplina continuò ad evolversi fino al Medio Evo, dove veniva allenata contemplando pochissime regole e destinata per lo più all’impiego bellico.

Fra il X e il XV secolo, la lotta riacquisto visibilità in Ungheria, Italia e nelle vallate alpine, come arte d’intrattenimento e di difesa personale. In terra francese la lotta era praticata dai sovrani, che spesso organizzavano incontri per misurare forza ed abilità. Memorabile è l’incontro fra il Re di Francia, Francesco I, e il Re d’Inghilterra Edoardo VIII, conclusosi con la vittoria del sovrano francese.

Il 1800 rappresentò un periodo importante per la rinascita della lotta e la sua popolarità, in questo periodo storico iniziò la fase della “lotta olimpica moderna”. La Francia occupò un ruolo fondamentale per il rilancio della lotta sportiva, con l’apertura di vere e proprie accademie dedicate interamente allo studio della lotta. Negli stessi anni nacquero importanti scuole anche in Italia, principalmente a Milano, Genova e Torino. In quel periodo giocano un ruolo fondamentale per lo sviluppo della lotta olimpica anche la Turchia e i paesi balcanici (Bulgaria, Romania, Albania e Jugoslavia).

Nell’Europa del 1800-’900 oltre ad un alto numero di accademie nacquero soprattutto le prime federazioni, partendo dal 1891 con la federazione di lotta tedesca.

Nel 1894, il barone Pier de Coubertin, riaprì le Olimpiadi, dove le principali nazioni canalizzarono i movimenti sportivi, in organizzazioni sportive finalizzate alla partecipazione dei Giochi Olimpici. La greco-romana entrò a far parte dei giochi fin dalla loro prima edizione nel 1896, mentre la libera entrò a far parte dei giochi nel 1904.

Nel 1912 nacque la federazione internazionale della lotta (FILA) e con essa iniziarono ufficialmente le altre competizioni internazionali come i campionati europei e mondiali.

Accanto alle discipline olimpiche la FILA ha aggiunto anche altri stili come il grappling no-gi.

La lotta, ancora oggi, è utilizzata per finalità sportive e come strumento di difesa personale per civili e militari, così come avveniva nell’antichità.

Attualmente la lotta Olimpica è praticata in 160 nazioni ed è sport nazionale in diversi paesi, come Turchia, Iran, Georgia, Armenia, USA, Mongolia, Gambia, Russia ed in molti paesi del blocco appartenente all’ex URSS.

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